Montefolle

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Tasse incluse / Taxes included

Autore: Mario Lunetta
Anno edizione: 1999
Collana: Codici, 1
Isbn: 88-7140-163-8
Materie: Narrativa
Formato: 15x21
Pagine: 280

Montefolle, fantasiosa denominazione della città di Montepulciano in Toscana, è un romanzo insieme analitico e visionario, corporale e labirintico. In un sistema aperto di intrecci, reticenze e corrispondenze straniate, si muove nel libro una doppia tensione all’incesto: quella reale tra Konrad, giovane storico di famiglia poliziana, docente alla Sapienza di Roma e impegnato in una ricerca assai eterodossa sul Cardinal Roberto Bellarmino (protagonista principe della Controriforma, nato, come si sa, a Montepulciano e lontano ascendente della stessa famiglia di Konrad) e quello supposto, che vede al centro appunto lo stesso Cardinale, secondo l’accusa bruciante di certi documenti (autentici o dubbi) di parte protestante, che il giovane storico ha reperito in Francia. I parallelismi sono plurimi: personali, psicologici, culturali, politici. L’Italia torbida e inquinata degli anni Ottanta somiglia tremendamente, per molti versi come una copia aggiornata, in un paese che non cambia il proprio DNA, all’Italia della Controriforma. Konrad ne è desolato e sconvolto, tanto da non riuscire, immerso com’è in una crisi piena di paranoie che hanno al centro la figura punitiva del Cardinale, a sottrarsi all’altra e più seduttiva «persecuzione» che lo stringe ai fianchi: quella erotica della sorella Clara, donna fascinosa, nevrotica, intrigante e pittrice di forte talento. Soltanto alla fine della vicenda l’incesto a lungo perseguito sarà abbastanza disperatamente consumato, in una Montefolle anch’essa malata e stravolta: e coinciderà, come Konrad sente in una totale devastazione del senso di vivere e dello scrivere, con la sua decisione di lasciare incompiuto e impubblicato lo studio bellarminiano che per tanto tempo ha costituito una delle ragioni fondanti della sua esistenza. Montefolle è, così, una sorta di disordinato campo di forze in cui si intrecciano elementi di svariata natura, nel caos del nostro presente e nello smarrimento di un sistema di coordinate che permetta di leggere il mondo in misura attendibilmente certa. Un libro magmatico, quindi, la cui coerenza si fonda sulla mobilità della scrittura: anzi, delle scritture, dal momento che le variazioni di veste retorica (dalla violenza espressionistica del dato bruto al documento d’epoca, dall’analisi saggistica al dialogato corrente e quotidiano, fino al delirio visionario che assedia il protagonista Konrad) possiedono una loro compattezza di punto di vista e un rigore di montaggio perfino severo. Non un «romanzo storico» nel senso banale del termine, ma un romanzo nella storia, nel quale si alternano e si fondono momenti di grande violenza e di grande dolcezza, ironia, sarcasmo, desolazione: anche nei tratti di maggior coinvolgimento erotico, che così spesso coincidono con un vero e proprio naufragio nelle acque morte dell’inconscio.

Sommario:

Mario Lunetta (Roma, 1934) ha pubblicato molte raccolte di poesia. Tra i suoi libri di narrativa si ricordano: Dell’elmo di Scipio (Marsilio, 1974); I ratti d’Europa (Editori Riuniti, 1976); Mano di fragola (Editori Riuniti, 1979); Guerriero Cheyenne (Piero Manni Ed., 1987); Puzzle d’autunno (Camunia, 1989); L’ubicazione di Lhasa (Camunia, 1993); Mercato delle anime (Piero Manni Ed., 1998). Tra i suoi libri di saggistica: La scrittura precaria (Argileto, 1972); Invito alla lettura di Italo Svevo (Mursia, 1972); Il Surrealismo (Editori Riuniti, 1976); L’aringa nel salotto (Lalli, 1984); Et dona ferentes. Sindromi del moderno nella poesia italiana da Leonardi a Pagliarani (Edizioni del Girasole, 1996); Le dimore di Narciso (RAI-ERI, 1997). Attivo anche come drammaturgo, è molto presente come critico letterario e d’arte. Collabora ai programmi culturali della RAI e a diversi quotidiani e riviste.