Vicenza. Traffici commerciali in epoca romana. I dati delle anfore

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A cura di: S. Mazzocchin
Casa editrice: Editreg
Anno edizione: 2013
Collana: Pulsar, 1
Isbn: 978-88-97557-27-2
Materie: Archeologia
Formato: 21x29,7
Pagine: 218

La ricerca ha come obiettivo la ricostruzione dei traffici commerciali a Vicenza, in età romana, attraverso lo studio delle anfore, che si rinvengono assai numerose e spesso integre nelle città della Venetia perché reimpiegate, una volta svuotate del loro contenuto, come materiale di drenaggio per il risanamento dei suoli e il recupero di aree umide. Dopo un breve inquadramento sulla morfologia del territorio e sulla topografia della città antica, sono stati analizzati sei contesti dai quali provengono particolari concentrazioni di contenitori (capitolo 1): per ciascun sito, posizionato su una carta archeologica della città creata in questa occasione, sono state esaminate la documentazione di scavo, per gli interventi più recenti, quella di archivio per gli scavi del XVIII e degli inizi del XIX secolo, e la composizione del deposito di anfore (sono stati schedati 738 contenitori), per giungere a stabilire la cronologia degli insiemi. Sono state analizzate anche tutte le anfore conservate nel Museo Naturalistico Archeologico e nei palazzi della città, con l'intento di recuperare il luogo di ritrovamento, nonostante fosse perduta l'indicazione precisa. Segue (capitolo 2) l'interpretazione funzionale degli apprestamenti con anfore, alcuni dei quali si sono rivelati veri e propri drenaggi per il contenimento dell'escursione della falda, messi in opera per recuperare terreno alla pianificazione urbana in particolare delle aree destinate a necropoli. In un caso le anfore servirono per strutturare nella sua parte inferiore e nel contempo isolare dall'umidità un possente terrapieno, che difendeva i quartieri a sud est dalle piene dei corsi d'acqua; infine le anfore furono impiegate per stabilizzare il terreno e per alleggerire riempimenti di strutture sotterranee e poderosi livellamenti con lo scopo di aumentare la superficie dello spazio edificabile nell'area urbana. Sono state analizzate le tipologie di anfore presenti (capitolo 3), di cui la maggiore percentuale è risultata di produzione italica, in particolare Dressel 6A e Dressel 6B, una parte orientale, tra cui le tardo rodie e le Dressel 25 sono le più numerose, mentre un piccolo apporto viene dalla penisola iberica, con le Dressel 7-11. All'interno delle tipologie italiche, si sono potuti distinguere, sia per le anfore olearie, sia per quelle vinarie, diversi gruppi con caratteristiche morfologiche e di impasto comuni, collegabili all'area cisalpina, a quella istriana e alla picena. Trattandosi inoltre per la maggioranza di anfore di produzione adriatica, che presentano un'articolata bollatura, particolare attenzione è stata dedicata all'apparato epigrafico (capitolo 4), spesso più eloquente delle caratteristiche tipologiche per quanto riguarda cronologia e origine dei contenitori: sono stati analizzati 121 bolli, 26 su Dressel 6A e 94 su Dressel 6B, 13 graffiti e due tituli picti. Segue infine (capitolo 5) una approfondita analisi degli elementi caratterizzanti l'economia di Vicenza tra la tarda età repubblicana e quella claudia, quando la città mostra di richiedere soprattutto olio e vino da mercati cisalpini, istriani e medio adraitici, qualità particolari di vino dall'Egeo, mentre le salse di pesce giungono dalla penisola iberica (il rinvenimento all'interno di una Dressel 6A di lische di pesce (capitolo 3) ha costretto a riflettere sulla presenza di garum di produzione locale, che sembra commercializzato a breve raggio in anfore riutilizzate). Si è messa a confronto quindi la città di Vicenza con le realtà già ben studiate di Verona, Padova, Altino e Oderzo, dal quale emerge che Vicenza gioca un ruolo economico al pari di quello delle altre città della Venetia, e mostra di avere una vivacità commerciale notevole, poiché è in contatto con tutte le aree produttive del bacino del Mediterraneo, dall'Egeo alla Baetica, oltre che una certa autonomia degli scambi, dialogando ora con il polo economico di Verona, ora con quello di Padova.

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