Le Province Romane

L’impero romano visto nella sua realtà organizzativa, quasi fosse uno stato moderno percorso da un viaggiatore, questo è l’angolo di visuale che si è voluto dare a questa collana sulle provincie romane. La struttura è infatti presa in prestito dal più famoso degli atlanti geografici italiani l’Atlante De Agostini. Per reperire, quando è stato possibile, tutti i dati che figurano in questo schema si è ricorso ad una vasta bibliografia di cui si danno i testi principali nell’apposito elenco. L’Impero è “fotografato” nel periodo del suo maggiore splendore (metà II secolo d.C.) con flash storici per alcune notizie sui periodi posteriori. Le descrizioni geografiche sono prese dai testi antichi superstiti (Strabone, Plinio e Pausania), le brevi introduzioni storiche coprono tutto il periodo romano fino al tardo antico, le divisioni amministrative vengono indicate anche per i periodi precedenti e seguenti a quello scelto. Per i calcoli delle popolazioni si è tenuto per base il fondamentale testo del Beloch, utilizzando laddove esistono studi demografici di aggiornamento .Per le distanze tra i centri urbani principali e la relativa rete viaria La Tabula Peutingeriana e L’Itinerarium Antonimi sono state le fonti usate con integrazioni tratte da studi moderni in alcune aree; per i tempi di percorrenza sono calcolati sulla base di quelli dei carri “postali” del cursus publicus. L’impronta chiaramente divulgativa dell’opera fa sì che i testi in greco e latino figurino solo nella traduzione italiana, che ci sia sempre la corrispondenza dei nomi antichi con quelli attuali dei centri urbani e dei toponimi geografici, che le distanze in miglia o stadi siano tradotte in Km, che figuri un glossario dei termini tecnici più usati.