I capelli di Carlo il Calvo. Indagine sul ritratto monetale nell’Europa medievale

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Tasse incluse / Taxes included

Autore: Lucia Travaini
Anno edizione: 2013
Collana: Monete, 7
Isbn: 978-88-7140-492-9
Materie: Numismatica
Formato: 15x21
Pagine: 344

Come leggere un ritratto monetale medievale? L’autrice accompagna il lettore in un mondo visivo mai esplorato finora con questa ampiezza, ricostruendone le origini a partire dai precedenti nel mondo greco e romano, ed esplorando immagini sovrane dall’alto Medioevo fino agli inizi del Rinascimento in tutta Europa. Sono ritratti tipologici, di categoria: un re ha corona e scettro; un vescovo mitra e pastorale; un duca è armato. Non si può cercare una fisionomia realistica in un tempo in cui il concetto di individuo era molto diverso dal nostro: semmai si potevano indicare baffi o barba, anche se non sempre possiamo essere certi della loro effettiva ‘realtà’. Ma perché Carlo il Calvo? Il soprannome di quel sovrano anticipa questa conclusione: Carlo sembra avesse infatti molti capelli e sui rari ritratti monetali le foglie della corona d’alloro si intrecciano ai capelli: nome, ritratto e fisionomia sono elementi non sempre in accordo. I ritratti erano importanti: segno di potere e di forte affermazione, mostravano la presenza del signore e ne manifestavano l’autocoscienza. Per un ritratto monetale – di qualsiasi periodo e forma esso fosse – era imprescindibile un presupposto giuridico e non sono rari gli ‘abusi di ritratto’, come quello di Azzone Visconti a Cremona; ma si conoscono anche sovrani che non furono interessati a esporsi su moneta, e altri che invece ci provarono senza successo a causa dell’opposizione locale. In queste pagine incontreremo la treccia annodata di re Dagoberto I e gli occhi globulari di un re norvegese, le immagini di Barbarossa e Federico II e di molti altri. Tra Medioevo e Rinascimento il marchese di Mantova ebbe due ritratti monetali: il primo, ‘medievale di categoria’ come uomo d’armi a figura intera nel 1446, ed il secondo, ‘del Rinascimento’ con la sola testa nel 1472, quando ormai egli aveva raggiunto uno status adeguato nel quadro politico del tempo: il marchese era un uomo accorto e conosceva le regole, anche quelle del ritratto. 

Recensione in Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters, 73.1, 2017 (leggi la recensione) e sulla Revue Belge de Numismatique, 161, 2015 (leggi la recensione)

Sommario:

Esergo.
Introduzione.

1. Il ritratto monetale nel medioevo: premesse. I capelli di Carlo il Calvo: ragioni di un titolo.
Che cos’è un ritratto? L’uso del termine ritratto.
Ritratti nel Rinascimento. Fisionomico e fisiognomico.
Ritratti nel medioevo. A destra, a sinistra, di fronte.
L’immaginario, il simbolico e la realtà fisica.
Barbe e capelli.
Ritratti monetali come casi storiografici.
Che cosa fa grande un re? La “propaganda” e la reazione del pubblico.
I nomi delle monete.
Damnatio memoriae.
Memoria dell’antico, antenati e fondatori.
I modelli antichi.
Il lessico monetale.
Le zecche e gli usi delle monete.
Icona e ritratto: il volto dei sovrani vivi e dei sovrani defunti.
Il ritratto dell’imperatore.
Il volto di Cristo.

2. Storia degli studi sul ritratto monetale medievale.
I porcospini anglosassoni: ‘ritratti’ degenerati, lupa con gemelli, oppure navi a remi?

3. Testo e immagine.
I ritratti, la scrittura e il resto.
La scrittura: il nome, i titoli e i numeri dei re.
Composizione di testo e immagini.
Altri elementi dell’iconografia monetale medievale.

4. Le origini del ritratto monetale: il mondo greco e romano.
Il mondo greco.
Il mondo romano.

5. Ritratti bizantini.

6. I re dai lunghi capelli.
Modelli e innovazioni dei ritratti monetali dei Regni romano-barbarici.
Vandali. Ostrogoti. Merovingi.
Il copricapo dei vescovi merovingi.
Longobardi. Visigoti. Anglosassoni.
Intorno al 690 d.C.: l’affermazione dell’immaginario sovrano altomedievale.

7. Busti carolingi e re “senza memoria” (IX-XI secolo). Da Carlo Magno a Carlo il Calvo.
Monogrammi e busti: scambi e deformazioni.
Ritratti anglosassoni da Offa ad Aroldo II.
Il papa, san Pietro, san Gennaro. I re “senza memoria”.
Il falso ritratto di un re “senza memoria”.

8. L’Italia meridionale e la Sicilia: principi longobardi e sovrani normanni, svevi e angioini.
Da Gisulfo II di Salerno ai re normanni.
Enrico VI. Federico II. Gregorio IX e l’imperatore: ritratti ‘contro’.
Gli Angiò.

9. Imperatori e città, signori e papi sulle monete italiane tra XII e XIV secolo.
Città e Federico Barbarossa.
Città e Federico II.
Da Enrico VII a Carlo IV.
Signori e città.
Roma, papi e senatori.
Repubbliche. Modelli, dipendenza giuridica, autocoscienza: Francesco I Gattilusio.

10. Immagini di sovrani nell’Europa medievale.
Sovrani santi, santi sovrani.

11. Le donne sulle monete.
Donne raffigurate.
Donne nominate e non raffigurate.
Le regine reggenti.
Re o regina?

12. Verso le fine del medioevo: immagini e ‘veri’ ritratti dei nuovi signori.
Le prime teste con uno spirito nuovo: re, duchi e marchesi.
Bellezza in circolazione.

13. Conclusioni.
Post scriptum: l’“auto-icona” di Jeremy Bentham.

Bibliografia.
Crediti fotografici.

Indice dei nomi di persona e di luogo.