Autore: Mario Quattrucci
Anno edizione: 2001
Collana: Quamar
Isbn: 88-7140-183-2
Materie: Narrativa
Formato: 15x21
Pagine: 172
Ritroviamo così in Tariffe, - con la sua figura massiccia, la sua aria impacciata, con le sue piccole manie e i suoi gusti retrò, con la sua durezza e la sua umanità, con le sue idee politiche di vecchio e la sua caparbia voglia di "continuare, malgrado tutto, a dare la caccia ai criminali e ai corrotti" -, quel romanaccio curioso del commissario Marè, che avevamo conosciuto in A Roma, novembre e che ci conduce per mano, nella sua vorticosa e avvincente ricerca, a tentare di capire e a sondare anche noi circostanze e vicende in cui è maturato il delitto..., anzi i delitti. Le quali, poi, altro non sono che le vicende e le storie, le bramosie, le pulsioni, per dirla col Belli, "d'ommini come noi de carne e d'osso". Ma in tal modo, come dice Marè, compiendo anche un viaggio nella condizione umana e sociale del nostro Paese. In cui, come sempre, il male è in azione, e "la malvagità si presenta in forme infinite eppure sempre le stesse, e sempre espressione della umana natura. Come nel precedente romanzo, per seguire gli andirivieni della mente e gli sbalzi d'umore del commissario, per dare il senso delle diversità e della complessità del reale, e soprattutto per rendere la difficoltà di questa come di ogni altra ricerca di verità e giustizia, Quattrucci si serve di un linguaggio non uniforme, tocca le corde dell'ironia e dell'amarezza, usa una lingua ora colta ora dimessa, fa sentire parlate e dialetti (o residui di dialetto). Adegua insomma la forma, al variare continuo di storie e figure che mutano aspetto col cambiare dell'ora, col mutar della luce.